Buonabitacolo

A Buonabitacolo si arriva riprendendo la SS 19 in direzione Sanza. Prima della visita del centro storico si consiglia di salire in macchina o a piedi sul Monte Carmelo, da dove si può godere una bella vista sul Vallo di Diano ed osservare chiaramente lo sviluppo urbanistico del centro.
La parte più antica del paese, posta ad una quota più alta, si estende  in senso longitudinale lungo le pendici del Monte Carmelo; essa sorse in seguito alla concessione fatta nel 1333 da Guglielmo Sanseverino ad alcuni abitanti di Casalnuovo (l’odierno Casalbuono) per la fondazione di un casale, ovvero di un primo nucleo abitato.
Le case più esterne sono disposte l’una accanto all’altra, così da formare una cortina continua, che aveva un valore difensivo ed era ulteriormente protetta dal fiume Peglio, posto più a valle. Una strada, comunemente detta salita dell’Arco, collega il Casale al sottostante Borgo, caratterizzato da un tracciato regolare ad assi ortogonali. 
Questo secondo nucleo si sviluppò grazie alla funzione aggregativa esercitata dalla Grancia, che venne edificata dai monaci nel 1645, quando Buonabitacolo fu venduto alla Certosa di Padula.
Scesi al paese, la visita può iniziare dalla Chiesa della SS. Annunziata, la più antica dell’abitato ma profondamente trasformata nel corso del ‘700 ed ‘800. All’interno sopra l’altare si osservi l’Annunciazione, una opera lignea dalle figure a tutto tondo, che Giacomo Colombo realizzò intorno al 1680 e che rivela nell’opulenza degli ornamenti influssi del barocco spagnolo (conosciuto dallo scultore a Napoli negli anni della sua formazione).
Degno di nota è anche un curioso armadio reliquario in legno del ‘600, posto in una cappella sulla destra e concepito come una sorta di ancona a doppio campo visivo, con all’esterno dipinti sulle ante alcuni santi, che sono riproposti all’interno in risalto plastico da busti o braccia contenenti le reliquie a loro connesse. 
Incamminandoci sulla strada di fronte alla chiesa, incontriamo nel punto più alto del Casale Palazzo Piccinni-Leopardi  con l’imponente stemma della famiglia sopra il portale; l’edificio fu restaurato nel Settecento, quando l’intero paese conobbe una certa fioritura artistica e la medesima famiglia fece costruire sul lato opposto della strada la Cappella gentilizia di S. Domenico.

Qui sono numerosi i richiami alla Certosa di Padula: la ricca ornamentazione plastica in stucco rievoca quella della Cappella del Tesoro; gli artigiani, che realizzarono la pavimentazione maiolicata con motivi fitomorfi, si ispirarono sicuramente ai pavimenti della chiesa certosina attribuiti alla bottega napoletana dei Massa; mentre il paliotto in scagliola e madreperla con motivi floreali e vegetali in tono rosso e bianco su fondo nero fu opera probabilmente della stessa bottega, che fece gli altari delle cappelle certosine.

Lungo Via Brandileone  si trovano alcuni palazzi nobiliari con i bei portali di pietra plasmata in decori floreali o animali. 
La strada prende il nome da Francesco Brandileone, uno dei massimi storici del diritto, nato a Buonabitacolo (1858-1929) ed appassionato della cultura popolare locale, tanto da raccogliere e trascrivere i canti dalla viva voce dei suoi compaesani. Buonabitacolo gli intitolò la strada quand’egli era ancora in vita: un onore eccezionale, che il maestro commentò dal suo magistero in Roma con la battuta: «I miei concittadini mi hanno istradato»!
Scendendo verso il Borgo, poco prima che la via pieghi a gomito, vi era un portale, che secondo la tradizione veniva chiuso di notte per impedire ai borghigiani l’accesso al Casale.
Tra le due contrade non doveva dunque scorrere buon sangue! Questa rivalità in certo modo persiste ancora oggi, ma per fortuna solo nei giochi dei bambini o nelle battute tra adulti.

Superata la curva a destra si trova la Chiesa di S. Maria degli Angeli  (1703) espressione dell’epoca barocca. La sua insolita facciata a due ordini di logge sovrapposte maschera la pianta centrale interna, coperta da una cupola, affrescata con una teoria di angeli e scene bibliche.
La piena autonomia tra interno ed esterno della chiesa è un espediente tipicamente barocco, che mette in discussione i canoni rinascimentali. Sulla parete sinistra del loggiato all’interno di un ovale vi è un bell’affresco raffigurante la Nascita di Maria: al centro Sant’Anna, aiutata da altre donne, avvolge in fasce Maria.  
Girando più avanti alla seconda traversa a sinistra vi è la Grancia , ora palazzo privato, voluta dalla Certosa per curare i suoi interessi economici. Svoltando in fondo alla strada a destra e superando il fiume si arriva alla Fontana di S. Donato , che dall’epigrafe sappiamo costruita nel 1545 con il denaro pubblico e con l’aiuto di alcune famiglie facoltose del paese.